PROLOGO: Sede della Justice Incorporated, Nome, Alaska. Ieri

 

“Sa benissimo che accetto, mister,” disse Tygur, alla presenza del CdA, dei suoi colleghi Giustizieri, e del gruppo di creature feline. “Cosa devo fare, per avere il suo aiuto?”

La proiezione della figura di Victor, Conte di Salisgrave, annuì. La sua voce era intrisa di una malevola soddisfazione. “Per ora, niente.” Poi voltò lo sguardo verso Angela Cleaver, la presidentessa della J.I. “In cambio della cura contro il veleno di Set che sta corrompendo lo spirito di Tygur, voglio prenotare i servigi dei Giustizieri. Tutti, indipendentemente dalla loro formazione al momento della chiamata.”

Angela annuì. “È fattibile.”

“E un’altra cosa: non importa cosa starete facendo o dove vi troverete, quando il momento arriverà, ma ciò non m’impedirà di chiamare a me i Giustizieri. Anche se ciò dovesse significare per voi non potere mantenere fede ad un contratto in corso.”

Angela spostò lo sguardo dalla sinistra figura a quella della creatura nota fino a poco prima come ‘Malcolm Murphy’, o Man-Eater. Tygur, figlio della Vendicatrice Tigra e del demone Balkatar del popolo felino della Terra Interna, le restituì un’espressione angosciata. Mano a mano che l’infezione spirituale procedeva, lui perdeva sempre più la propria umanità in favore del suo lato di assassino… Alla fine, senza fare niente, sarebbe diventato un pericolo per chiunque gli fosse stato vicino. Da amico a caso da risolvere… “Va bene, Conte. Lei ha una prenotazione in bianco dei miei Giustizieri, ma solo una. Veda di usarla saggiamente.”

Le labbra increspate si tesero in una parodia di sorriso. “Non intendo fare di meno, Lady Angela. Buon lavoro, signori. A presto” Poi, la proiezione svanì.

 

 

MARVELIT presenta

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Episodio 22 – L’Isola misteriosa

Di Valerio Pastore

 

 

Fishing Bear Bar & Restaurant, Nome, Alaska. Oggi, ore 06:52

 

“Bel tatuaggio, fratello.”

Tygur, un uomo-tigre di nome e di fatto, vestito da un’armatura leggera azzurra e bianca, lasciò il boccale di birra e osservò il nero simbolo di un drago rampante impresso sul polso destro, “Che fai, sfotti?” disse alla figura del lupo mannaro in piedi davanti al tavolo. La creatura, un maschio dal pelo rossiccio, vestita con un giubbotto senza maniche e un paio di calzoncini aderentissimi, entrambi di pelle nera, si sedette davanti alla tigre. “Dovresti almeno farti un pisolino, Mal. Alle nove c’è la riunione di missione, e ci sono i nuovi acquisti.”

“Tygur, prego.” Il felino mandò giù in un lungo sorso il sesto boccale di birra rossa da quando era entrato nel bar, ignorando gli sguardi dei clienti e i loro cellulari puntati. “Eccheschifo, non riesco neppure ad ubriacarmi. Almeno, la birra ha un sapore decente.”

Il licantropo si voltò a fissare i ragazzi con i cellulari puntati. “Spegneteli e smammate,” disse con una voce bassa, ringhiante, mostruosa. Ebbe l’effetto desiderato. Quando i pallidissimi ragazzi furono fuori, Sabre (Jack Russell) disse, “Avremmo più privacy parlandone alla base. Non voglio farmi la fama del lupo cattivo perché tu ti vergogni di quello che sei.”

Tygur sospirò. “Non è che mi vergogni… Ho solo bisogno di abituarmi, tutto qui. Insomma, sai che casino sarà la festa del papà?”

Sabre fece tanto d’occhi e poi scoppiò a ridere. “Figlio di… Allora non è vero che ci stai male!”

Tygur fece spallucce. “’Somma. Sono contento di sapere che è finita, che non devo più crucciarmi di sapere da dove vengo.” Si alzò in piedi. “Quattro passi?”

 

Nome cominciava a riprendere vita. Le luci illuminavano tetramente le auto dei pendolari. Dai bar veniva odore di caffè. Dagli ultimi camioncini veniva scaricata la merce per i negozi. E, tanto per cambiare, parecchi occhi strabuzzati vennero puntati su quella stranissima coppia.

“Non so neppure se sia saggio chiamare Tigra e dirle tutto. Non credo che la prenderebbe bene.”

“Immagino di no.”

“Vuoi sapere la cosa peggiore? Fino a ieri la trovavo tremendamente sexy! Adesso mi sento un depravato!”

“Ouch.” Jack gli diede una pacca sulla spalla. “Consolati. Fra i nuovi arrivi, finalmente ci sono due signore. Nessun impegno in corso, e belle sventole.”

“Angela ti scuoia se non la smetti di leggere le schede personali prima delle presentazioni ufficiali. Spero solo che almeno una delle nuove sia orientata sulla pelliccia. A differenza di te, non posso trasformarmi.”

“Nel mio caso, potrei farne anche a meno.” Infilò una mano in una tasca del giubbotto, e ne tirò fuori un bigliettino ripiegato. “Leggi e mangiati il fegato, timidone.”

Tygur aprì il biglietto, scorse rapidamente la scrittura a mano fitta, e gli si drizzarono i peli del collo! “Credo che almeno metà di questa roba sia proibita in tutti gli stati!” Restituì il biglietto come se scottasse. “Di’ un po’ farfallone, ma non te la intendevi con la Cleaver? Le facevi un filo...”

“Ci hai sentiti dalla tua stanza?”

Tygur si toccò l’orecchio. “I gatti hanno dei vantaggi, lo sai.”

“Già. E comunque, no, stavo solo stuzzicandola un po’. Non so perché, ma quella donna è totalmente repressa sul piano amoroso. Se si lasciasse andare, credo che abborderebbe anche M’nai, che è conciato peggio di Freddy Kruger.”

“E non hai un’idea di perché..?”

Il licantropo scosse la testa. “Niente di fisico di sicuro: è più sana di me.” Guardò l’orologio. “Fra poco c’è la riunione. L’ultimochearrivasibeccalapredica!” E, velocissimo, scattò in avanti, sollevando un mulinello di neve. Tygur lo seguì a ruota. Schizzarono davanti ad un’automobile, quasi causando un incidente.

 

Le porte dell’ascensore si aprirono, e i due ferali Giustizieri entrarono trovando tutti i colleghi presenti:

 

·         Warwear (Parnell Jacobs), ex veterano di guerra, ex mercenario, con indosso la sua armatura a tecnologia extraterrestre.

·         Midnight Sun (M’nai), ex-discepolo di Fu Manchu, nel suo costume interamente nero.

·         Fusione (Robert Markley), il mutante psichico signore delle illusioni

·         Capitan Power, l’enigmatico e più potente dei Giustizieri

 

Angela Cleaver, alla testa della tavola, non disse nulla, ma con gli occhi lanciò uno sguardo severo ai due ferali agenti che entrarono in quel momento, ansanti. Appena ebbero preso posto, la donna disse, “Ora che ci siamo tutti, passiamo al primo punto dell’OdG: la presentazione dei vostri nuovi compagni di squadra. Entrate, signori.”

La porta dall’altra parte della stanza si aprì, ed entrarono quattro figure:

 

·         Un uomo dalla carnagione pallida, il volto e il cranio decorati da una serie di eleganti tatuaggi neri. I suoi occhi erano due pozze d’oro. La sua robusta figura era vestita da un’armatura di foggia antica, nera e oro. “Adam Gottschalk, alias Dragoneer. Suo è il potere degli antichi draghi

·         Una donna di colore con abbastanza muscoli addosso da potere fare braccio di ferro con She-Hulk. I suoi capelli erano lunghi e blu, venati di bianco. Il suo costume un body nero e argento con guanti e stivali corazzati. “Daniela Dante, alias Powerhouse. E’ in grado di assorbire e riutilizzare ogni forma di energia.”

·         Un uomo di colore di corporatura robusta. Il volto parzialmente nascosto da un cappuccio nero mostrava un pizzetto nero. A colpo d’occhio era sicuramente il più anziano dei super presenti. Indossava un trench nero sopra maglietta nera e black jeans. Una grossa cintura ornata di tasche circondava la sua vita “Archibald Morton, alias Chemistro, padrone della trasmutazione.”

·         Una donna, vestita da un body scarlatto su una pelle interamente dorata, metallica. La sua testa era coronata da una chioma smeraldina. “Dagny Forrester, alias Corona. Gestisce lo stato della materia, ed è in grado di innescarne la fusione nucleare. Una bomba, in molti sensi.”

 

Terminate le presentazioni, una volta che i nuovi arrivi si furono seduti. Angela disse, “Mark Raxton, Molten, ci ha lasciati per tornare a gestire gli affari di famiglia. Si è detto disponibile, in caso di bisogno. L’aumento di organico, come già vi annunciai, ci permetterà di differenziare i nostri scenari di operazioni, permettendoci di operare su almeno due scenari alla volta. Per la vostra prossima missione, avrete l’occasione di fare esperienza insieme, visto che lavorerete tutti su uno scenario: questo, per la precisione.”

Una mappa olografica apparve sul tavolo. Mostrava una piccola isola a nord-ovest di Hispaniola. Non c’era traccia di edificazioni, in quella verde gemma sormontata da un grande vulcano, salvo un piccolo insediamento in prossimità della costa.

“Voi tutti sapete bene cosa sia successo ad Haiti nelle precedenti settimane. Quella che vedete qui è l’isola di Bonneterre, una ex colonia francese. Non aveva abitanti fino a quando non fu colonizzata, nel 1733, da alcune famiglie di protestanti. L’insediamento non è mai cresciuto più del 10% da allora. Le condizioni di vita sono buone, il terreno fertile, ma le esperienze di Hispaniola, fra terremoti ed eventi meteorologici, eventi che si sono fatti sentire anche da loro, hanno insegnato ai coloni di Bonneterre quanto fosse poco savio incrementare l’espansione urbana o il numero di abitanti. A questo si aggiunge che il loro stile di vita è da sempre stato molto morigerato, senza eccezioni, e la fitta giungla è un confine naturale.

“Prima di addentrarci nei dettagli di questa missione, voglio che sia chiara una cosa: nessun super-essere è stato ufficialmente convocato nelle opere di soccorso, per una ragione molto semplice. Le autorità temevano che simili ‘soccorritori’ avrebbero dato il via a situazioni di ulteriore pericolo e danno per la popolazione civile. Gli stessi Vendicatori, che sono autorizzati ad operare dalle Nazioni Unite, sarebbero stati esclusi se non avessero avuto altri problemi di cui occuparsi. La ragione per cui, adesso, il Governo statunitense chiede il nostro intervento la potete vedere in queste immagini. Risalgono a sei giorni fa.”

Le prime immagini non mostrarono nulla di diverso dalla proiezione olografica, dalla panoramica generale fino al villaggio stesso ed alla sua stradina che lo collegava al porto.

La prima cosa fuori posto era la jeep: un vecchio modello militare ribaltato, i resti anneriti dal fuoco. Il conducente, un uomo, era riverso per strada con la testa piegata in un angolo innaturale.

Poi il satellite spia mostrò cosa davvero non andava. In un silenzio agghiacciato, i Giustizieri osservarono i corpi. Decine e decine di corpi immobili, riversi per strada e ovunque l’obiettivo potesse arrivare. Una figura femminile era riversa attraverso una finestra. Un bambino spuntava per metà dall’ingresso di un’abitazione… Appariva chiaro che ogni singolo individuo era stato come fulminato dov’era. Non c’era sangue, a prima vista, niente segni visibili di una malattia.

“L’unico contatto con l’isola è via radio,” disse Angela, “e non hanno dato alcuna risposta. Haiti aveva contattato Bonneterre per del cibo, acqua e per portarvi parte dei propri feriti, ma non c’è mai stata risposta. Presumiamo che l’intera popolazione, milleduecentoventiquattro abitanti, sia deceduta. All’inizio, si era supposto che si trattasse di esalazioni tossiche dal vulcano, che il sisma avesse causato una crepa e quindi una fuga di gas, ma sia i rilevamenti geologici che le osservazioni della vegetazioni escludono questa conclusione.

“Il Pentagono ha chiesto il silenzio stampa assoluto su questa vicenda. Hanno i nervi a fior di pelle, temono che l’isola possa nascondere un centro di ricerche su gas nervini, o che sia stata il bersaglio di un esperimento. Sia come sia, hanno bisogno di noi per risolvere questo mistero. I Vendicatori sono appena usciti da due battaglie difficili[1], e si stanno riorganizzando. Noi siamo freschi, pronti, e garantiamo una maggiore discrezione. Quindi, ufficialmente questa missione non è mai avvenuta. Domande?”

“E il Worldwatch?” chiese Fusione. “Insomma, non è che mi dispiaccia fare qualche soldo, ma...il governo americano che recluta mercenari per una missione umanitaria?”

“Per quanto vi divertiate occasionalmente con delle battute sulla mia ‘onniscienza’, Mr. Markley, quello che non so è perché si siano comportati così, ma l’offerta è genuina. C’è qualcosa sotto che li riguarda? Ne sono sicura. Il miglior modo di scoprirlo è andare lì, risolvere il problema e raccogliere prove da usare nel caso provassero a tirarci qualche brutto scherzo.”

“Ad ogni modo, come facciamo ad essere sicuri che non faremo quella fine, appena messo piede laggiù?” chiese Chemistro.

Angela annuì. “Midnight Sun effettuerà una ricognizione, insieme a Sabre e Tygur. Tutti e tre possono resistere a qualunque agente biologico o chimico capace di uccidere un essere umano. Porteranno con loro dei sensori per analizzare campioni di tessuto, sangue, aria, acqua e terreno. A quel punto decideremo se proseguire con la missione o se lasciare il lavoro a qualcun altro.”

“Quanto avremmo a testa?” chiese Chemistro.

“Centomila più le spese.”

L’uomo afferrò la brocca d’acqua vicina a lui e si versò un generoso bicchiere d’acqua. Bevve e, posando il bicchiere, disse solo, “E siamo ancora qui?”

 

Trenta minuti dopo, dalle acque di Moon Bay emerse una lunga monorotaia d’acciaio. In un hangar posto sotto le fondamenta dell’edificio della J.I, iniziò un conto alla rovescia, al termine del quale, con un ruggito dei suoi propulsori, partì il potente Groizer X, la fortezza mobile tattica per il trasporto dei Giustizieri sulle lunghe distanze.

Il velivolo raggiunse rapidamente la quota di crociera, al di sopra delle rotte di qualunque altro velivolo commerciale o militare, e procedette a tutta velocità verso Bonneterre.

 

“Non sembri tanto soddisfatto,” disse Fusione. “Pensavi dessero di più.”

Archibald gli rivolse uno sguardo dagli occhi luccicanti. “Al contrario! Non immaginavo che avrei preso una simile cifra per un giorno di lavoro! Insomma, quando cercai di replicare quella dannata pistola alchemica mi diedi alle rapine. Sono stato il secondo Chemistro, sai? Ah, già: hai letto la scheda Me la feci contro un altro eroe a pagamento, quel Luke Cage,  e alla fine ottenni solo una nuova permanenza a Ryker’s.” Quando uscii dovetti barcamenarmi da un lavoro all’altro dei più fetidi. Certe volte non so neppure come ho fatto a tirare avanti…” Sospirò. “Alla fine, le spese sono diventate insopportabili, neanche un triplo lavoro sarebbe bastato… Davvero, volevo tenermi alla larga dai super. Avevo conosciuto una ragazza eccezionale, ci aiutavamo a vicenda, ma bastava prendersi un raffreddore per vedere sparire tutti i risparmi di un mese. E se avessi usato i miei poteri di nuovo, mi aspettava l’ergastolo. Non credevo neppure che la Cleaver sarebbe riuscita a premere i pulsanti giusti per questo impiego. Ma con questi soldi, presto non dovrò più preoccuparmi del futuro.”

“Non hai paura per i tuoi familiari?” Fusione , come Warwear, aveva una storia simile: suo figlio era autistico, e aveva bisogno di assistenza speciale, di una scuola adatta, di cure mediche particolari. Roba costosa, e la carriera di criminale non avrebbe reso abbastanza. Vedendo Archibald, si sentì egoisticamente felice di non avere scelto la via sbagliata.

“I miei sono già stati trasferiti qui a Nome, come per voi. Anche se amiamo New York, meglio evitare di correre rischi. E comunque, qual’era l’alternativa? Che morissimo tutti di fame e con i soldi a stento per l’aspirina? No grazie. Posso chiederti una cosa?”

“Sì?”

“Pensate di trattarmi con sufficienza a causa dei miei trascorsi fino a quando non vi implorerò in ginocchio di smetterla?”

“Abbiamo avuto una ex-galeotta fra i nostri, tale Joystick. Come te e Powerhouse, si era fatta assumere grazie alle intercessioni della Cleaver. Per un po’ ha rigato dritto, poi, poco tempo fa, si è unita ai Signori del Male. Ed è tornata dentro. Scusa se adesso non siamo ancora pappa e ciccia.”

“Oh.”

“E poi, scusa, come mai…” Fusione si toccò il volto. “Secondo il tuo file, sei più ariano di una barzelletta sulle Sturmtruppen.”

Chemistro fece spallucce. “Ah, quello è meglio di una maschera. Ho chiesto che la mia identità non fosse di dominio pubblico, e con questo aspetto voglio vedere chi capisce chi sono. Un vantaggio della cosmesi chimica istantanea!”

 

“Che vuol dire che hai ‘il potere dei draghi’?” chiese Sabre a Dragoneer. L’uomo sedeva rigido come una statua, lo sguardo fisso davanti a sé. Persino così sembrava minaccioso. Quando rispose, lo fece con una voce profonda, lapidaria.

“Che a suo tempo ho ricevuto il sangue di uno di loro, e quel sangue mi rende uno di loro.”

“Uh… Credo di avere capito. E perché un drago avrebbe dovuto donarti il suo sangue?”

“Io avevo salvato la sua vita. Col suo dono lui ha salvato la mia.”

“Ah, fico. E quali sono questi…poteri?”

“Avrai modo di osservarli presto.”

“Solo un’ultima domanda. Ma respiri mai?”

Fu l’unica volta che il guerriero gli rivolse un’occhiata.

 

Tygur fu ancora meno fortunato: Powerhouse gli sedeva accanto, e lo fissava studiandolo dalla testa ai piedi, senza dire una parola.

“Uhm, sì, è pelliccia vera,” fece lui, dopo essersi schiarito la gola. “Ecologista?”

“Avevo un gatto. Si chiamava Tiger. L’ho ucciso la prima volta che si sono manifestati i miei poteri. Ti assomigliava.”

“Era una tigre antropoide?”

“No. Gli volevo bene. Avevo otto anni. Pensavo che Dio avesse voluto punirmi. Non ho mai più avuto un animale per anni, e avevo paura di avvicinarmi ai miei genitori. Scappai di casa e vissi per la strada per anni. Per questo tendevo ad essere un po’ furiosa con il mondo.”

“E…ti è passata?”

“Mi passa quando trovo qualcuno con cui spazzare il pavimento. E preferisco essere pagata onestamente, per farlo.”

 

“Anche tu guadagnavi parecchi zeri, vedo,” disse Warwear a Corona. “Però, niente ti impediva di tornare ad essere una ricercatrice, no? Insomma, non sei una vera mercenaria, come lo ero io. Hai ancora una famiglia bella ricca, la tua società… Sicura di non avere una parentela col tuo predecessore, Molten?”

“Mio fratello ha iniziato una lunga battaglia legale per il controllo della società, e, detto francamente, ci si affoghi. Il CdA non vede l’ora di tenersi lui, invece di una mostruosità come me: dicono che attirerei più guai che profitti. E poi, entro certi limiti i soldi non mi servono più di tanto.” Si guardò una mano dorata. “Credo che il mio potere provenga dall’energia cosmica o comunque da qualche radiazione ambientale, indotto dalla mutazione biochimica. Sia come sia, non ho più bisogno di mangiare, bere o respirare. Ma non intendo per questo rinunciare alle mie comodità, e come puoi immaginare, ho dei gusti molto costosi. E, soprattutto, ho voglia di mettere alla prova le mie capacità, non certo essere solo una casalinga disperata.”

Dio ci scampi dai ricchi bamboccioni! Pensò Parnell.

 

“Speravo che i Campioni fossero disponibili,” disse Fusione, osservando l’isola avvicinarsi. “Di solito non mancano mai ad una bella catastrofe umanitaria.”

“Hanno già abbastanza da fare, in Africa,” replicò Warwear. “Inoltre, dai notiziari è venuto fuori che Thran si è impegolato in una bella bega[2] con l’ONU. Mi sa che se non fosse stato per questa particolare emergenza, avrebbero accolto queste sue divisioni distaccate a cannonate. Dovresti ripassarteli anche tu, i notiziari.”

“Il tempo che ho preferisco passarlo con mio figlio, se permetti,” rispose il mutante con irritazione. “Scusami.”

“Di niente. Se ti consola, mia moglie giura che se non la smetto di vedere TV per quando nasce la bambina, la butta dalla finestra. Dopo avere divorziato.”

“Ouch. Scusami se te lo chiedo, ma lei è..?”

“Sana come un pesce, almeno dal punto di vista genetico. Glenda non fuma, e l’alcool che beveva occasionalmente prima di scoprirsi incinta lo ha tagliato del tutto. Se lo stress di doversi chiedere se tornerò vivo o morto da ogni missione non la farà abortire, andrà tutto bene.”

Si accesero i segnali dell’atterraggio imminente. Chi era in piedi tornò al suo posto.

 

Il Groizer X ammarò dolcemente davanti alle coste di Bonneterre. Lo accolse solo il rumore delle onde. Sul molo, al quel erano attraccati due pescherecci di piccola stazza, erano riverse tre figure, così come sugli stessi ponti delle imbarcazioni. Un uomo era caduto in acqua, ed era rimasto impigliato nella rete. L’acqua aveva gonfiato grottescamente il suo corpo, ma esso non presentava segno che fosse stato mangiato dai pesci.

 

“Siamo pronti,” disse Sabre mentre prendeva la valigetta con il kit da analisi. “Come si usa ‘sta roba, Grissom?”

Garolfo Riccardo degli Abruzzi, responsabile R&S della Justice Incorporated, non sembrò cogliere l’allusione. “Limitatevi a inserire dei campioni nelle fiale, e le fiale negli scomparti. Gli analizzatori faranno il resto. Ci vorrà poco.”

“E poco intendo metterci. Avete visto bene quei corpi?” Tygur indicò il monitor che mostrava il macabro spettacolo del molo. “Dove sono le mosche? E se sono passati dei giorni, come mai non c’è traccia di decomposizione?”

“Stai sottolineando l’ovvio,” disse l’uomo, porgendogli il kit. “Siamo qui per capire perché. Buon lavoro.”

I due ferali agenti si disposero ai fianchi di Midnight Sun. Questi, un tempo un essere umano prima di venire trasformato dalla tecnologia aliena in un cyborg capace di combattere nelle stesse profondità interstellari, attivò il suo dispositivo di teletrasporto.

 

Apparvero sul molo. Per misura di sicurezza, il velivolo sarebbe rimasto dov’era, ben sigillato.

Istintivamente, Sabre iniziò ad annusare l’aria, poi i cadaveri, imitato dal suo collega. Toccò la carne di un marinaio, trovandola perfettamente soda come ci si sarebbe aspettato in una persona viva e addormentata. Poi toccò il collo, chinandosi di più per annusare il volto.

“Sabre..?” chiese Garolfo attraverso lo skincom.

“Se non fosse che non c’è battito e respirazione, direi che sono stati messi in stasi.” Rigirò un corpo. “Nessun segno di ecchimosi o piaghe da decubito. Il legno di questo molo non è perfettamente tenuto, eppure cadendoci non hanno riportato neppure un graffietto.” Aprì la sua valigetta. Prese qualche capello e lo mise in una fiala come era stato istruito. “Permettetemi di dire che questi di umano hanno solo l’aspetto e l’odore.”

 

Garolfo stava studiando le prime scansioni effettuate dai sensori di Midnight Sun, mentre osservava i risultati dei mappatori genetici dei kit. “Ne hanno il DNA, senza dubbio. Ed è decisamente sano…”

“Magia?” chiese Tygur. “Ormai non vedo altra spiegazione.”

“Non lo è,” disse Dragoneer prima che Garolfo potesse rispondere.

L’ingegnere osservò un’altra serie di dati. Doveva fidarsi del computer, lui non era un genetista, poteva solo osservare che quel DNA era sano, e… “Un attimo, Tygur. Hai preso dei campioni dallo stesso corpo su cui sta lavorando Sabre?”

“No, perché?”

“Perché…” fece volare le dita sullo slate, mostrando le schermate sui dati estrapolati dai campioni dei ‘cadaveri’. “Perché tre campioni risultano totalmente identici. Fino all’ultima molecola.”

 

“Saranno cloni,” disse Sabre, mentre raccoglieva un campione di acqua. “Magari quest’isola è una base di Arnim Zola.”

“Probabile. Ma ancora non spiega come mai 1224 individui si siano come spenti all’improvviso e nello stesso momento. Midnight Sun non ha rilevato la presenza di impianti biologici od artificiali.”

 

“Non sono morti,” disse Dragoneer. “Erano svenuti.”

“Cosa?”

 

“Cosa?” Tygur e Sabre si scambiarono un’occhiata perplessa…prima di sentire qualcosa afferrare le loro mani! “Occ*&%$!” esclamò la tigre, scoprendosi a fissare lo sguardo ostile di un uomo perfettamente sveglio. Poi, un’ondata come di una stanchezza spaventosa lo avvolse, e perse i sensi in un attimo. Si accorse a malapena che il licantropo stava a sua volta crollando a terra.

 

Sullo schermo, le ‘vittime’ stavano rialzandosi all’unisono, come se lo stesso interruttore che li aveva fermati prima ora li avesse riattivati. I loro volti erano assolutamente inespressivi. E tutti stavano fissando in direzione del Groizer…

“Wolf, portaci via di qui…” E in quel momento, l’apparecchio fu scosso come dal più violento terremoto! Quasi tutti i presenti caddero malamente. Garolfo urlò all’intercom, “Wolf! Maledizione, che diavolo succede?!”

“Succede che siamo stati presi, signore, ecco cosa!”

 

Ed era esattamente così! Un immenso viluppo di tentacoli stava ingabbiando il velivolo in una morsa sempre più potente, ed ora cominciava a tirarlo giù.

 

“Non possiamo liberarci?” ringhiò Garolfo. “Questo apparecchio può sviluppare una spinta di…”

“Non se gli sfoghi sono pieni di quella schifezza, signore!” rispose il pilota. “Qualunque cosa sia, ci ha appena gambizzati. Accetto suggerimenti, eroi!”

 

Ma se intanto qualcuno a bordo aveva una risposta, essa sprofondò insieme al Groizer X, in fondo al mare.

Poi, la superficie tornò tranquilla…



[1] Vendicatori #76 e LTD #50

[2] Su Campioni #29, prossimamente